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Due sole righe per introdurre questo bellissimo articolo di Marco Zonca, da lui pubblicato su vololibero.net e per sua gentile concessione riportato quì. Marco è un pilota di parapendio da anni, detentore di molte "tracce" di rilievo, voli che portano sicuramente prestigio in questo sport perchè sono il risultato di una pianificazione e svolgimento condotto da una forte esperienza e non fortunata sconsideratezza come a volte avviene. Tutto questo per dare ancora più rilevanza al contrasto tra "purezza di pensiero e azioni" e politica di palazzo; cosa gli è accaduto ve lo racconta lui nelle righe seguenti.
Primo giorno di scuola. Anzi primo giorno di assemblea AeCI a Roma. Sono da poco stato eletto Rappresentante dei Giudici sportivi del V.D.S. senza motore (per la precisione). E' una carica prevista in senno al AeCI, ed a qualcuno, in Federazione, dovevano darla sta carica. Onorato, presente, obbedisco.
L'Assemblea è a Roma capitale, nel palazzo del CONI, nella gran sala delle onoreficenze massime. Il palazzo è attorniato da romanità di un Impero fiorente: statue, anfiteatri, capitelli, monumenti: R_O_M_A_! La piazza è grande, la strada è grande, è tutto grande ed imponente.
Qui ci vanno le persone importanti, dico tra me e me. Sono a Roma per la seconda volta: la prima ci sono venuto 25 anni fa con la mia Fiat Uno Rossa in viaggio di nozze e ci ho preso anche la multa per "decesso di velocità" (andavo troppo piano). Questa volta però sono venuto giù in aereo, col vestito buono, con la valigetta nuova nella mano destra. Avanti. Si vota il nuovo Presidente, i nuovi Consiglieri, e c'è molto fermento tra i candidati per raccogliere un cenno di riscontro positivo dai votanti.

Prima di entrare nel Salone c'è il controllo dei documenti, ti danno il cartellino col nome e circa 2 chilogrammi di carte ben rilegate: il Bilancio AeCI, i Resoconti, i Dettagli, Ecc. Tutta gente famosa qui intorno, mi dico. Tutti i rappresentanti di tutte le Federazioni Aeronautiche, tutti i Presidenti, tutti gli Aeroclub, tutti.
Entro.
L'affresco che ti si presenta davanti è imponente, forse 30m x 20m, come il Signore in una grande chiesa qui, invece, c'è Mussolini che svetta sulle genti, sui popoli, sulle messi, sulle truppe, sui dannati, su tutto. Ci sono statue immense, bellissime. L'arte Italiana.
Una citazione del Manzoni qui ci sta tutta: "All'entrare si sentì preso da quella suggezione che i poverelli illeterati provano in vicinanza d'un signore e d'un dotto, e dimenticò tutti i discorsi che aveva preparati".

Mi siedo tra le prime file. A mò di cinema ci sono molte file di belle e comode poltroncine, disposte su due colonne. Stimo 400 posti tra velluti e broccati. Tutto pieno, e c'è gente anche in piedi.
Qui non c'è fretta, ci si incontra, ci si scambia, ci si saluta. Ad un certo momento cala il silenzio ed il Presidente dà il benvenuto, e si comincia. Si vota: una processione molto lunga, ma poi c'è il pranzo, si dice.
La sequenza esatta degli eventi non la ricordo con precisione, però ad un certo momento si odono degli schioccare di dita e tutte le porte sul lato destro del Salone magicamente si aprono, ed escono maggiordomi ed inservienti debitamente agghindati a servire il pranzo.
Si mangia in piedi come i VIP. Tutto buono, tutto fresco ed abbondante. Hanno anche lo spumante e gli spiedini di frutta esotica.

Dopo questo piacevole intervallo si torna tra i banchi, ed il professore continua la lezione. Ora si dovrà approvare il bilancio ed altre cose con votazione per alzata di mano: si approva, si vota contrario o ci si astiene... sapete come funziona, normale.
La prima cosa da votare non so proprio di cosa si tratta e quindi mi astengo, cioè, quando il Presidente chiede: FAVOREVOLI (vedo molte mani alzate) io invece la tengo giù, e la stessa cosa per il turno dei CONTRARI, mentre quando il Presidente chiede: ASTENUTI? ...io la alzo. Mi pare non ce ne siano molti di contrari e nemmeno di astenuti, forse non ce n'era nessuno... Solo io? Non credo, dico tra me e me, e visto che sono tra le prime file non mi volto di certo a guardare cosa votano quelli dietro di me! Non è bene penso, anzi è maleducazione.
Ora tocca al bilancio. Favorevoli, Contrari, Astenuti. Non mi permetto di certo di votare contro, di sicuro ci sarà stato chi si sarà preso la briga di stilare un bel e corretto bilancio, e poi non ho una grande preparazione ragionieristica tale da mettere in dubbio il revisore dei conti o chi per lui e con lui. Facendo un veloce esame di coscienza, visto che la scienza in questo caso non la possiedo, mi confesso che non posso nemmeno votare a favore: con quale competenza potrei farlo? Quindi decido di astenermi pure questa volta.
Il Presidente quindi, quando chiede: ASTENUTI? ...io alzo la mano, proprio come avevo fatto qualche minuto prima. Questa volta però noto che tra i VIP schierati di fronte all'Assemblea, fianco a fianco col Direttore Generale, col Presidente, e Altre Importanti Persone, c'è uno strano confabulare ed il silenzio si rompe ed il Presidente col microfono in mano chiede: COSA?? CHI?? QUALCUNO SI E' ASTENUTO?? CHI E' LEI (rivolgendosi a me), SI ALZI! SI ALZI E DICA IL SUO NOME! (a questo punto del racconto mio figlio si è messo le mani nei capelli ed ha esclamato: "NOOOOO!!!").
Eseguo: mi alzo, dico il mio nome e cognome ed annuncio nuovamente il mio voto: astenuto. Il silenzio assoluto di 400 persone viene rotto appena dallo scalpiccio del Presidente che si alza e si reca a piedi da colei incaricata a verbalizzare gli accadimenti ecc. Astenuto. Così credo.
Sento il gelo serpeggiare tra i banchi di scuola. Pochi secondi dopo mi si gira quello che mi sta seduto davanti nella fila prima della mia, un anziano e famoso pilota nazionale presidente di non ricordo quale Federazione Nazionale Aeronautica, e sottovoce mi dice: "Certo che ci vogliono DUE co...oni GROSSI COSI' per votare, unico tra tutti, come hai fatto TU!". Ribadisco io: "Mi pare normale... se non conosco i dettagli di cosa si vota, non dico votare contro, ma l'astensione..." - E lui ancora, terminando: "Non sei l'unico, QUI' NESSUNO SA' PROPRIO UN c...o di niente!!".

E potrebbe già terminare qui la mia discesa a Roma, ma finisco aggiungendo che poi, durante un'altra "pausa caffè" sul lato destro della sala con le porte ancora abbondantemente aperte dai maggiordomi coi vassoi dei dolcetti e lo zucchero in bustina, mentre sorseggiavo una tazzina di thè vedo avvicinarmi uno sconosciuto che mi porge la mano per stringermela, poi un altro ed un altro ancora fino a formare una piccola fila tutti a stringermi la mano, a congratularsi con me. "Per cosa?" - chiedo. "PER IL CORAGGIO!" - rispondono.
Un'altro, un amico, poi mi dirà: "Che noia questa giornata a Roma, l'unico momento emozionante ed interessante è stato quando, tra tutte le 400 persone sedute, nel silenzio assordante, ti sei alzato in piedi TU, di fronte dritto dritto davanti al Presidente!"

P.S. se non si vive per le proprie idee, per cosa si vive?
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Marco Zonca
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