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autocostruzione volo rc articoli tecnici parapendio

Tutto comincia da un'articolo pubblicato sul sito vololibero.net, dove un'intraprendente pilota siciliano stanco probabilmente di stare con i piedi per terra, si è inventato il modo per far volare un po' la fantasia, realizzando ciò che potete vedere qui: miniparapendiorc.com [6-2013 Unlinked, Broken]
Non è passata un'ora dalla lettura di quell'articolo che già ero alla ricerca di tutti i materiali per realizzarne uno e dopo un paio di notti quasi bianche sono giunto al termine... un obbrobrio che non avrebbe mai volato.

I problemi sono immaginabili: poca pratica con la saldatura e la maledetta fretta.
Così ho deciso di procedere prima con una buona documentazione e poi con la realizzazione di un modello in ripstop.

La maggior parte delle risorse fruibili nel web riguarda più che altro gli airfoil o i powerkite ma il principio di base non si discosta molto, così si può incominciare a cercare di capirne qualcosa partendo da li.
Partendo da qui: http://kitesurfingschool.org ho trovato un gruppo di discussione sull'autocostruzione di svariati modelli di kite, mi sono soffermato perchè era uno dei pochi gruppi in cui le spiegazioni erano documentate e facili da seguire.
Direi che la parte più interessante è questa Kite Making Discussion Groups
A metà della pagina trovate anche un raro manuale di Surfplan - "Pseudo" Surfplan User Manual (Version 5.02), che è uno dei software di più semplice utilizzo per il disegno delle dime di costruzione e la misurazione del piano funi. Cercherò in un prossimo futuro di approntarne uno anche in italiano.
Questi software, solitamente, contengono anche un database di profili disponibili all'uso, ma per chi volesse ampliare le librerie, qui trovate molto materiale: http://www.ae.uiuc.edu/m-selig/ads/coord_database.html .
La cosa più interessante, dopo mille infruttuose ricerche di profili dedicati al parapendio, è questo link: Martin Hepperle's site .
Infatti, i profili usati per realizzare vele da parapendio, appartengono quasi tutti alla serie MH; finalmente qualcosa di "solido" da cui partire!
I software rivestono una parte fondamentale per questo hobby; senza il plotteraggio di dime e misurazioni sarebbe veramente difficile poterne realizzare preticamente uno.
Il più usato è sicuramente Surfplan, ovvero "surface plans" che potete scaricare nella sua versione free qui: http://www.surfplan.com.au/sp/
Il limite più importante della versione free è che non si possono modificare i profili, per questo si rende necessario un'altro sw: Profili.
Questo software contiene anche features molto avanzate, quali il grafico della polare, i test in galleria del vento e a varie incidenze del profilo. Vi consente inoltre di elaborare nuovi profili o modificarne di esistenti.

Per la parte riguardante le risorse online direi che per ora è tutto, man mano aggiornerò se dovessi trovare altri articoli interessanti ma anche voi non mancate di segnalarmeli.


Per poter procedere alla fase di progettazione è necessario avere un'idea di quali sono le forze in gioco.
Cosa permette ad un'ala di volare ormai l'abbiamo acquisito, ora dobbiamo capire nello specifico quali sono i parametri che consentono la progettazione di un'ala, sia essa un parapendio o un'aquilone. Non consideriamo le ali rigide compreso i deltaplani che però non si discostano molto dalla maggior parte dei concetti.

Procedo un po' in ordine sparso, più che altro dettato dalla mia curiosità che da un reale procedimento logico.

La prima differenza macroscopica riguardante i profili usati nel mondo del parapendio è la divisione tra Reflex e non. Per capirci meglio, solitamente, i profili reflex vengono impiegati per la progettazione di vele dedicate al volo in paramotore e sono distinguibili per una leggera curvatura verso l'alto del profilo in prossimità del bordo d'uscita.
Riporto pari pari quanto spiegato sul sito Ozone, visto che non saprei fare di meglio.
I piloti di paramotore hanno come priorità la velocità, perchè velocità maggiori permettono di percorrere maggiori distanze in minor tempo. Per mantenere una velocità elevata, una vela deve volare ad un minor angolo d’attacco (AA). tuttavia un minor AA rende i profili standard da parapendio meno stabili.
Il profilo “Reflex” agisce come un sistema automatico che assiste la vela in turbolenza assestando il centro di portanza del profilo. Con il decrescere del AA il centro di portanza muove in avanti sul profilo, aumentando la stabilità, la portanza e la resistenza ai collassi.
Effettivamente, più accelerate, più diventa efficace il reflex e più diventa stabile la vela. Questo significa che la velocità rende la vostra vela più stabile, ma NON significa che la rende più sicura! Questo è molto importante dirlo.
La realtà del concetto di un profilo flessibile mantenuto in tensione da linee di sospensione come quello del parapendio, è che c’è sempre la possibilità di collassi e sebbene il “reflex” possa ritardare il punto in cui il collasso è inevitabile, è sempre possibile incontrare una turbolenza abbastanza forte da superare ogni efficacia del profilo reflex e subire seri collassi.
A questo punto è importante ricordare che un collasso a velocità più elevate sarà inesorabilmente più dinamico e difficile da controllare. Inoltre, durante un collasso il profilo reflex tende ad accelerare anche maggiormente (picchiata in avanti), a causa del forte incremento del carico alare, risultante dalla diminuita superficie dell’ala durante il collasso.
Una vela può avere differenti gradi di reflex nel suo profilo. Ci sono vari parametri sui quali può lavorare il progettista per creare un profilo reflex forte o leggero. Questo significa che alcune vele hanno un maggiore reflex nel loro profilo che altre. Troppo reflex in un profilo alare lo può rendere veloce ma alla fine pagherete questo vantaggio nella velocità, in sicurezza e stabilità, ed anche in maneggevolezza che tende a peggiorare in vele con tanto reflex.
Gli altri effetti del reflex sul carattere della vela sono:

In teoria, il profilo reflex non è l’ideale per un parapendio da alte velocità. Teoricamente il profilo più veloce è quello simmetrico. Il reflex è una soluzione che va a correggere le caratteristiche dei nostri velivoli a profili flessibili con un accettabile grado di stabilità ai bassi angoli d’attacco (volo accelerato).
Da queste righe, quindi, si può facilmente intuire che sicuramente per la nostra realizzazione non useremo profili Reflex.

Numero di Reynolds

Il numero di Reynolds (Re) è un gruppo adimensionale usato in fluidodinamica, proporzionale al rapporto tra le forze d'inerzia e le forze viscose.
Esso permette di valutare se il flusso di scorrimento di un fluido è in regime laminare o turbolento.
In un condotto un fluido viene considerato in regime laminare se il valore numerico di Re è inferiore a 1200, turbolento se superiore a 10000. Se 1200 < Re < 10000 si è in regime di transizione.

AoA (Angle of attack o angolo alfa)
Indica l'angolo con cui un profilo alare fende un fluido. In particolare si definiscono:

L'angolo d'attacco è fondamentale nello sviluppo delle forze dinamiche di portanza e resistenza.
Non va scambiato con l'angolo di calettamento, (in inglese chiamato Angle of incidence, fatto che dà luogo a non rara confusione), che definisce invece l'angolo geometrico di giunzione tra il profilo alare e l'asse geometrico di riferimento (l'asse longitudinale di un velivolo, l'asse di un'elica) e perciò indipendente dalla direzione di provenienza del flusso.
In generale si può affermare che la portanza sviluppata cresce al crescere dell'angolo di attacco (che al di sotto di un certo valore, dipendente dalla forma del profilo alare, può generare una deportanza), sino a un valore massimo cui corrisponde un angolo detto angolo di stallo. Superato tale angolo si ha infatti una repentina caduta dei valori di portanza.

Forze che generano la Portanza

LIFT: ovvero, una forza con componente verticale perpendicolare alla direzione del vento e proporzionale ad un coefficiente Cl del profilo e che varia con il variare dell'incidenza.
Questa forza aumenta con l'aumentare dell'angolo d'attacco fino ad un valore di quest'ultimo , in gradi, di circa 15-10; dopodichè diminuirà bruscamente causa il distacco dei filetti fluidi che percorrono la superficie dell'ala.
DRAG: o resistenza del profilo, è la forza orizzontale nello stesso senso del vento che trascina l'ala indietro. Simile all'elevatore, la forza di resistenza è proporzionale al coefficiente di resistenza che (Cd) varia in dipendenza dell'AoA.Il Cd aumenta con l'aumentare dell'AoA.
INDUCED DRAG: o resistenza indotta, è la resistenza che si crea quando un'ala sta volando. La resistenza totale dell'ala è somma della resistenza di profilo e della resistenza indotta. La resistenza indotta è proporzionale al quadrato di Cl (coefficente lift), inversamente proporzionale all'allungamento (AR) ed anche alla resistenza di forma. L'ellisse è il profilo con minor resistenza di forma.
TORQUE: Momento (o coppia di torsione) cioè la forza di rotazione che sviluppa il profilo dell'ala sopra il relativo naso (per il profilo tradizionale, momento negativo) o sopra la relativa coda (per il profilo riflesso, momento positivo). Il punto lungo la corda in cui la forza di momento è costante per tutto il AoAs è denominato il centro aerodinamico.

CoP (Centro di Pressione)
E' il punto in cui le sopracitate forze si equilibrano.

AR (Aspect Ratio)
E' l'allungamento, dato dala proporzione tra apertura e corda, più la proporzione è alta e più l'ala avrà minor resistenza indotta.


Siamo arrivati alla prima delle parti cruciali di questo progetto, quella della progettazione, senza offesa per chi progetta per professione!
Eh sì... non è semplice improvvisarsi ingegneri areonautici.

Non essendo in grado di eseguire calcoli avanzati ho deciso di farcire quel poco che so con spunti quà e la e molta intuizione, inoltre, confido sulle semplificazioni che offrono i software che userò.

Ho deciso di "scalare" il mio Buzz 1/2, è un'ottima vela!
Così scritto a Russ Odgen di Ozone, che purtroppo mi ha risposto che i dati sono risultato di abilità e cultura personali, praticamente segreti aziendali, però è stato gentilissimo girando la mia mail a Luc Armand che pur dicendomi poche cose mi ha rincuorato su molte problematiche che pensavo di dover affrontare,... non sono così determinanti come pensavo:
Hi Maurizio,
I think that's not interesting to copy a full scale design. These design are based on lots of safety, performance and feeling parameter that you don't care at all in RC.
In RC paraglider, you can do almost everythink and it will work.
So my advice will be to go ahead with you own design, it will be more satisfactory for you.
For the profile, just use something as:
Thickness around 18%
Max camber 2%
Position of max camber: 15/20% (forward).

Il 95% del materiale che è possibile reperire in internet è sempre di derivazione aquilonistica, l'unico che affronta un'intero progetto di un'ala da parapendio è un sito rumeno, dell'Istituto di Ricerche Aerospaziali, il progetto si chiama c86 (1/2011 ... purtroppo il link non è più raggiungibile)

La prima cosa a cui dobbiamo pensare è il profilo. Per questo, fortunatamente qualche risorsa esiste: UIUC Airfoil Data Site e comunque i principali sono contenuti anche in Foilmaker; purtroppo il sito ha chiuso, ma un download è ancora disponibile quì
Il profilo in formato pfl andrà poi importato in Surfplan, nel quale inseriremo i parametri dimensionali dell'ala e ci restituirà già dime pronte per la tracciatura del tessuto.
I dati pubblici del Buzz (taglia S) sono questi, presi da quì:

Area => 24,5 m² (flat)
Larghezza => 11,2 mt (flat)
Allungamento => 5,1 (flat)
Area => 20,9 m² (proiettato)
Larghezza => 8,7 mt(proiettato)
Allungamento => 3,6 (proiettato)
Celle => 42
Cassoni => 25
Chiusi => 8
Appiattimento(%) => 15%
Corda => 2,78 mt
Lunghezza linee dal centro vela => 6,85 mt
Miglior tasso caduta = 1,2 m/s
Miglior glide-ratio max => 1,3 m/s => 37 Km/h
GR min-max => 7,9 - 9,2

Altri dati importanti si possono avere con una misurazione manuale della vela stesa, indispensabile per riuscire a ricavare il profilo.
Il profilo l'ho disegnato con Foilmaker che può esportare in formato .pfl, quello con cui lavora Surfplan. Perchè non continuo fino alla fine con Foilmaker? ... Perchè Surfplan è eccezionale per il disegno delle dime e nella misurazione del fascio.

Ho generato un profilo NACA 3217, con Profili. Non ho capito se per un bug o per un calcolo di auto correzione, i dati che compongono la sigla NACA non generano esattamente ciò che volevo, così ho dovuto procedere ad una successiva correzione (il sw lo permette) per adattarlo ai valori suggeriti da Luc.
Non tenete conto dei punti di attacco e dei fori tra i cassoni poichè sono rimasti impostati quelli generati di default dal software li modificheremo successivamente. Ora il problema grosso è riuscire a riportare i valori di questo profilo in un formato comprensibile da Surfplan.
Siccome è abbastanza difficile trovare un software di conversione che faccia questo, esporto da profili in un formato txt per riuscire ad inserire manualmente i valori in Foilmaker; da foilmaker riesco ad esportare in formato *.pfl.


Con le funzioni di analisi di Profili ho anche provato a ricavarmi qualche dato di test:
Vediamo tra le immagini quelle che riguardano la distribuzione della portanza a diverse incidenze


Trovo questo software molto comodo anche se da solo non servirebbe all'intero progetto, è comunque uno dei più comprensibili ed usabili.
L'unica pecca vediamo di risolverla subito: manca un manuale in italiano! Una guida in inglese la trovate qui: KitesurfingSchool.Org
Una cosa che mi ha fatto immensamente piacere è che senza nessuno sforzo sono riuscito ad installare questo programma anche su Linux, con Wine, e funziona egregiamente, durante tutto il lavoro non si è mai piantato.

Come sostiene Luc, non c'è una regola precisa se si parla di modelli, ci sono regole base che riguardano un'ala e poi tanta sperimentazione; non è detto che zoommando una vela si ottenga la stessa performance in un modello, a me serve solo per avere un'idea delle proporzioni, ma molti numeri saranno per forza diversi.
La proporzione che ho scelto è 1/15. Vediamo e ragioniamo i nuovi dati:

Larghezza (flat)=> 11,2*0,15= 1,68mt
Le celle e i cassoni sono in egual numero perchè per semplicità realizzativa rinunceremo alla centinatura diagonale, ormai d'obbligo sulle vele data la riduzione di cordini e quindi di resistenza indotta che è stata cercata.
I cassoni sono le celle comprese tra due cordini. Questo discorso influisce sulla rigidità e sulla forma del profilo, anche se non penso sia così influente su questa scala, visto che il materiale costruttivo è più o meno lo stesso ma a dimensioni notevolmente inferiori e con carichi in proporzione.
Inoltre, il Buzz ha un numero di celle pari, questo fa sì che sulla verticale del pilota si venga a formare un cassone di due celle con centinatura diagonale; serve per una minor autostabilità (maggior sensibilità) della vela con lo spostamento laterale del peso e permettere lo svergolamento.
Il nostro automa-pilota non è però dotato di "colpo di reni" e di capacità di correggere sbilanciamenti di peso dovuti alla turbolenza, praticamente è come se volassimo al centro della vela, in aria mossa e senza applicare correzioni al volo. Con questo ragionamento il lavoro principale verrà svolto dai freni. Non è detto che si possa pensare ad un modello più competitivo con l'esigenza di maggior pilotabilità, magari aggiungendo al pilotino un servo che sposta un peso, simulando la reale azione del pilota. Celle => 23
Cassoni => 23
Diminuiamo anche le celle chiuse:
Chiusi => 6
Corda => 2,78*0,15= 0,417 mt
Lunghezza linee dal centro vela => 6,85*0,15= 1,027mt

Procediamo con l'ausilio di Surfplan.
Avviando Surfplan nella versione free viene sempre richiesto di aderire ai termini d'uso, clicchiamo ed entriamo: appare il kite di default.
Entriamo nel menù edit e incominciamo ad affrontare le schermate proposte.
Questa è la lista a discesa. I rimanenti pulsanti della gui sono quasi tutti duplicati dei comandi che si trovano sotto il menu "edit".

  1. General parameters
  2. Size and Shape (Dimensioni e aspetto)
  3. Wingtip Shape (Aspetto dell' estremità dell'ala)
  4. Profile (Profilo)
  5. Canopy (Vela)
  6. Bridle (Fascio - briglie)
  7. Skin Tension (Tensionatura)
  8. Ribs (Centinatura)
  9. D-ribs and Mini-ribs (Centinatura diagonale)
  10. Advanced (Parametri avanzati)
  11. Calculation Data (Calcoli)
  12. Bladders (Taglio)
  13. Seam Allowances (Abbondanze)
  14. Sled Lines (Linee Sled)
  15. Colors (Colori)

Abbreviazioni:
TE: trailing edge => Bordo d'uscita
LE: leading edge => Bordo d'attacco

1. Parametri generali

Kite name:
nome che date al vostro progetto

Designer:
Il vostro nome

Revision:
revisione progressiva del progetto

Comments/Story:
commenti e/o storico commentato delle revision

2. Size and Shape(Dimensioni e aspetto)

Flat Wingspan:
larghezza dell'ala quando appoggiata al suolo (piatta) espressa in metri.
Nel nostro caso 15/100*larghezza reale, ovvero 0,15*11,2 = 1,68 mt

Center Chord:
corda centrale della vela espressa in metri, ovvero la misura tra il bordo d'attacco (naso del profilo) e il bordo d'uscita presa al centro della vela.
0,15*2,78 = 0,417 mt

Calc size:
Clccando questo pulsante si ottengono Wingspan e Center Chord partendo dalla superficie totale e dall'allungamento (e dagli altri parametri definiti fino ad ora).

Flat Area:
la superficie totale "appiattita" della vela, praticamente la superficie reale.
Restituita dal programma.

Aspect Ratio:
allungamento dell'ala (Wingspan * Wingspan)/Area.
Restituita dal programma.

Tip Chord Ratio (%):
la larghezza dell'ala misurata alle estremità, come percentuale della corda centrale (minore per una maggior stabilità, maggiore per una minor potenza e maggiore stabilità). La preferenza dei progettisti (kite) è settarla tra il 25% e il 50%.
Ho misurato 53cm. E' richiesta la misura in percentuale della corda, quindi posso ricavarlo dai valori reali, 53/278=x/100 -> 19,06%

Num Cells/Panels (Ribs nella versione 4.4 e precedenti):
numero dei cassoni, solitamente in dipendenza delle dimensioni della vela.
Questo valore diventa molto arbitrario, poichè è molto impegnativo cucire 42 celle, verrebbero fuori mini cassoni da 170c.ca/42, 4 cm!
Poi sono vere 2 cose: la prima, che meno celle meno uniformità nella campanatura; la seconda che, vista la dimensione, non dovrebbe scalettarsi molto.
Ho deciso per la via di mezzo abbondante, 23 celle, quindi cassoni di c.ca 7cm, ...fatica accettabile.

Rib Spacing:
spazio tra le centine (verticali)

Scelgo: proporzionale alla corda, degree=30.

Statistics:
riepilogo di informazioni sull'ala che si sta progettando:
Flat Area (Superficie stesa), Flat Wingspan (larghezza stesa), Flat Aspect Ratio (allungamento stesa), Projected Area (area proiettata), Projected Wingspan (Larghezza dell'ala proiettata), Project Aspect Ratio (allungamento proiettato), Adjusted Area (Flat Area/1.36), Leading Edge Length (lunghezza bordo d'attacco), Trailing Edge Length (lunghezza bordo d'uscita).

Kite Shape: forma della vela (dipende dal profilo)

Scelgo: Ellittica

Percent Square:
Quadratura percentuale; 0% per nessun effetto (default), 100% per un quadrato o rettangolo.
Scelgo: 7%

Front Curvature:
Curvatura frontale. 0% per una curvatura costante dal centro alle estremità (default), 100% per dare più linearità alla parte centrale e aumentare la curvatura in prossimità delle estremità dell'ala. Questa variazione si vede chiaramente solo in vista 2D.
Scelgo: 70%

Rear Curvature:
curvatura posteriore. Simile alla precedente ma applicata al bordo d'uscita.
Scelgo: 60%

I seguenti parametri servono più che altro per i kites, non ci interessano, lasciateli vuoti.
Scalloped TE, Amount (%), Curved LE, Planar LE, Manual Offsets.

AoA Settings:
Angolo di attacco. Per i parapendii è un valore che varia da 0 a -1, si è ridotto con il progredire della progettazione. Per quanto riguarda i kite si fa riferimento alla "teoria della sfera" LEI Sphere Theory

Profile Alignment Point (%):
Il punto d'allineamento del profilo. Modifica la specularità della forma ellittica a favore del fronte o del retro. Immaginiamo che al 50% abbiamo un'ellisse con le due curve strette della larghezza risultano squadrate della lunghezza della bandella nell'estremità.

AoA:
angolo di attacco del profilo

AoA Rotation Point (Chord %):
Il punto di rotazione del profilo che aumenta o diminuisce l'AoA (in percentuale della corda). Questo valore dipende dal profilo e varia, normalmente, tra il 20% e il 40%. Il valore di default è 33%. Per rendersi conto delle implicazioni di questa variazione è necessario un tool di analisi.
E' uno dei parametri che più mi ha messo in difficoltà, anche perchè sbagliarlo significherebbe creare un "momento" positivo o negativo che andrebbe contro l'autostabilità del mezzo. Dopo vari ragionamenti ho deciso per il 30%, non spiego oltre perchè molte sono deduzioni personali che non hanno nulla a che fare con la matematica.

Questa parte non va compilata, è solo un piccolo tool di analisi in volo che può aiutare nel setup di questi ultimi dati
In-Flight AoA Analysis:
Una tabella che mostra i risultati di analisi del profilo in volo ad un determinato AoA, anche se molto limitata.
Vertical: A 90 gradi sopra la testa

Al vento: alla finestra del vento sopra la testa (normalmente 85 gradi sopra la testa):

Effective Tow Point (%):
mostra l'effettivo tow point in percentuale della corda, quando:

Adjust AoA Analysis Parameters:
premendo questo bottone è possibile variare alcuni parametri usati per l'analisi


3. Wingtip Shape (Aspetto dell' estremità dell'ala):

Straight: E' il valore di default. Lasciare questo valore
Elbow-joined: il bordo d'attacco e l'estremità formano un gomito.
Curved LE: estremità arrotondate e raccordate
Scalloped: scalettato
Angled Wingtips: angolazione delle estremità, inserire un valore positivo e la parte terminale verso il bordo d'attacco ha un'apertura, negativo, una chiusura verso il centro vela
Lasciamo non selezionato il checkbox così che assuma il default = 0
4. Profile (Profilo):

Profile Type:

Smooth Profiles:
arrotondato.
Spunto questa opzione

No Profile at Wingtip:
Non applica il profilo all'estremità.
Spunto questa opzione

Center and Wingtips Profile tables:
Tabella del profilo centrale e terminale

Profile Name:
Nome del profilo caricato.

Profile Depth:
Spessore massimo del profilo in percentuale della corda. Nel parapendio di ultima generazione si tende ad aumentare la stabilità del bordo d'attacco aumentando questo valore fino al 20%. Quello suggerito da Luc era il 18% e io imposterò quello.

At Chord (%):
Il punto, in percentuale della corda, dove il profilo avrà il massimo spessore. Imposto il 20%

Vent front:
letteralmente "vento frontale", praticamente l'inizio dell'apertura della bocca partendo dal naso, questa misura la si prende manualmente, circa lo 0,1%

Vent rear:
"vento da dietro", ovvero il termine dell'apertura della bocca e l'inizio dell'intradosso. Sarebbe il 4,6%, l'ho aumentato al 5% (bocche di circa 2cm)

Cross vents:
"vento che attraversa. Sono i fori nelle centine verticali che formano il profilo, servono ad una distribuzione interna della pressione omogeneamente. In caso di chiusura di parte della vela, sono quelle che permettono il rigonfiamento rapido della parte chiusa, sfruttando l'aria che passa dai cassoni con le bocche aperte attraversi questi fori. Nel Buzz sono 30 cm, in proporzione all'altezza del profilo sono circa il 50%

Closed vents:
Sono le bocche chiuse. Scrivere 1 se chiusa, 0 se aperta. Ne ho chiuse 6, 3 per ogni estremità -> 1110

Straighten open vents:
Questa opzione raddrizza il profilo per lo spessore della bocca. Selezionarla.

View Rib:
Opzione per mostrare le centine verticali. Selezionarla.

Questo riquadro ci interessa poco poichè permette regolazioni sulla forma del profilo che non sarei in grado di affrontare, accetto quindi l'opzione auto
Morph Profile:
Specifica come varia il profilo per la larghezza della superficie. Se non prevediamo modifiche selezionare auto
Ile tube:
Questo pannello lo ignoriamo, di defaul setta Segmented e accettiamo quel valore. Tutti settaggi riguardano i kite gonfiabili.
LE Strut:
Struttura del bordo d'attacco

Tube Size:
Sezione del "tubo" in percentuale della corda
5. Canopy shape (Forma della vela)
FEM Modelled Canopy (for sled foils):
questa opzione riguarda i kite LEI.

Manual Canopy (for bridled foils):
impostazione manuale della forma. Scegliamo questa opzione.

Detailed Canopy (for bridled foils):
ulteriore opzione di modeling oltre a quella offerta automaticamente.

Circular curve:
Crea un bordo d'attacco ad arco circolare.
6. Bridle (Fascio - briglie)

Per settare i valori in questo pannello si procede puramente di intuito e buon senso. Abbiamo variato molti parametri per cui non è possibile riprodurre il fascio originale, inoltre avendo rinunciato alla centinatura diagonale, dobbiamo applicare i cordini su tutte le estremità delle celle; ci troveremo cioè nella situazione in cui il numero dei cassoni eguaglia il numero delle celle.
Inoltre questo pannello dovremo usarlo 2 volte se vogliamo ottenere la misura di un fascio di freni diverso dal fascio della vela. Consiglio di salvare 2 progetti, di quello dei freni ci limiteremo a stampare le pagine riguardanti le misure del fascio.

Bridle type:
tipo di fascio, ovviamente selezioniamo paraglide, con l'opzione 4 line

Primary Bridle
Bridle at:
permette di scegliere le centine sotto le quali applicare un'attacco del fascio. La vista è fronte bordo d'attacco e la numerazione n.ro centina è a partire dall'estremità e riferita ad una semiala. Dove si vuole escludere saltare il numero della centina di profilo.

Points:
punti di attacco. Ho scelto 4. Il buzz ne ha 4 + i freni. A,B,C,D, sono i punti di attacco lungo la corda in percentuale di questa. Le A sono ovviamente il bordo d'attacco
A -> 6, B-> 25, C-> 67, D-> 100 . Per A tenere conto del valore "vent rear" inserito nel pannello "Profilo", quel valore sarà il punto dove comincia l'intradosso, da li partire a calcolare la distanza percentuale. es. 1% della corda = 5+1% = 6%. D saranno i nostri freni per cui imposteremo un nuovo pannello.

Towpoints:
Punto di trazione
Non ci interessa, lasciare com'è o mettere 0, 0 .

Primary cascades:
Fascio principale. Il parapendio ne ha 1, il secondario riguarda i kite dove le linee sono considerate fascio secondario.
Ho scelto di avere 3 punti di raggruppamento del fascio "nodi". Il terzo mi serve per simunlare la bretella. Le misure sono indicate in percentuale della lunghezza del fascio.
Ogni distanza ho la possibilità di scegliere quante "discese" raggruppare a formare la cascata. Queste le coppie di valori che ho scelto.
25% - > 3
65% - > 3
100% - lunghezza % della bretella rispetto il fascio (5,8%) quindi: 94% - > 2
-------------------------------------------------------------------------
Secondo setup Fascio dei freni
Gli unici valori da cambiare sono le Primary cascades che saranno sempre 3:
25% - > 2
75% - > 6
100% - > 2

e il punto in cui si applica la trazione, che avrà lo stesso tow point la una spaziatura leggermente maggiore (considero che l'apertura braccia con gomito aderente al corpo aumenti quasi del doppio lo spazio) 8%. Anche il punto di applicazione verticale varia, l'ultimo pezzo viene neutralizzato nel punto in cui passa nella carrucola.
-------------------------------------------------------------------------
Secondary bridle: di questo pannello ci interessa solo la parte attivata, l'altra viene esclusa dai settaggi fino ad ora impostati

Tow point:
è il punto dove viene applicato il peso. In un parapendio nel suo baricentro in volo, quindi con tutte le forze in azione. Solitamente non supera il 33%, io lo imposto a 30.

L'altezza in percentuale della larghezza della vela (wingspan) è 61

La separazione in percentuale della larghezza della vela (wingspan) è 4,5

7. Skin Tension (Tensionatura)
Questo pannello lo saltiamo in quanto serve per applicare tensionature correttive delle eventuale deformazione della vela. Le considero quasi nulle.
8. Ribs (Centinatura)
Anche il setup di questo pannello è semplice, le uniche cose sono:
Use ribs:
Dove vogliamo posizionare le centine. La posizione di 1 è la posizione della cella partendo dall'estremità. Lo imposto su tutte

Rib type:
tipo di centina. Piatta

View rib:
non richiede settaggio, semplicemente mostra una centina a piacimento
9. D-ribs and Mini-ribs (Centinatura diagonale)
Anche questo pannello lo ignoriamo in quanto avendo applicato cordini a tutte le centine non occorrono le centine diagonale
Selezionato none.

10. Advanced (Parametri avanzati)
Anche questo pannello lo ignoriamo in quanto non necessario. Serve ad applicare parametri diversi per il profilo dal centro alle estremità. Sicuramente un setup utile su una vela a dimensioni originali, in questa reputo di no.

11. Calculation Data (Calcoli)
Questo pannello non richiede setup. Lo abbiamo già incontrato nel pannello "Size", serve solo per un'analisi.

12. Bladders (Taglio)
Questo pannello non è abilitato per questa licenza software.

13. Seam Allowances (Abbondanze)
Si tratta di settare l'abbondanza che verrà creata nella dima per consentire la cucitura. Potremmo anche mettere 0, ma lasciamo il default; non seguiremo quelle linee di taglio poiche perderemmo i riferimenti importanti per la cucitura. Vedremo dopo la soluzione.

14. Sled lines (Linee sled)
Non consideriamo questo pannello.

15. Colors
Questo pannello non cambia nulla nella fase realizzativa, serve a dettagliare il progetto con i colori del tessuto che useremo nelle varie parti. potrebbe servire anche in fase di progettazione per avere le parti visivamente distinte

Print Settings
Che dire, con i parametri abbiamo finito, ora dobbiamo occuparci della stampa delle dime; entriamo nel menu file e clicchiamo su print preview, apparirà questo pannello:
Stats page:
dettagli del progetto in cifre.

Model view page:
vista orto della vela

Print bridle dimensions:
stampa la dimensione del fascio. Flag
Ricordare di stampare ancora il secondo progetto salvato, riguardante i freni, con solo questa opzione flaggata per avere le dimensioni del fascio dei freni.

Page layout:
una pagina riassuntiva con tutte le parti rimpicciolite. Fate come volete, non indispensabile.

Print plans:
stampa i piani. Flag

Plan view type:
modo di posizionamento delle dime. Potete scegliere quello che volete, cambia solamente la distribuzione delle figure sulla pagina. Ho scelto il modo in cui sicuramente si spreca più carta ma viene facilitata la successiva unione delle dime spezzate dalla dimensione del foglio e cioè Separated

Print styles
Line width:
espressa in decimi di millimetro, scelgo 10 ma va bene anche il default.

Seam allowance:
abbiamo già parlato di questa opzione, lasciamo pure 10

Waypoint:
riferimenti. None

Text Labels:
colore delle scritte. Black

Show sewing lines:
visualizza linee di cucitura. flag Anche questa parte è terminata. Non resta che passare alla stampa e passare alla realizzazione delle dime di taglio. Per la stampa sarete avvantaggiati se possedete un formato A3 o A2, altrimenti vi aspetta un bel lavoro di collage per unire i pannelli.


La parte pratica è sempre quella che prediligo e incomincia da questo punto. Grazie al mio amico Cosimo sono riuscito a stampare su formato A3, risparmiando molti spezzettamenti e quindi tempo di assiemaggio dei fogli. Una volta impostato l'ultimo pannello di Surfplan siamo pronti a lanciare la nostra stampa su carta delle dime. Su formato A3 ho ottenuto 40 fogli con selezionato il metodo "separated". I primi fogli contengono i dati e alcuni disegni del progetto, uno, il più importante avrà una tabella riassuntiva delle dimensioni del fascio. I rimanenti fogli conterranno le dime dell'estradosso, dell'intradosso e delle centine; le parti riguardanti i "vent - panel" possiamo eliminarla. Siccome abbiamo scelto di non avere profilo alle estremità la numerazione delle centine partirà da 2.
Non è necessario che seguite alla lettera questa guida, d'ora in avanti, poichè un metodo vale più o meno l'altro, l'importante è essere precisi il più possibile. Vi consiglio comunque, prima di intraprendere una vostra strada, di leggere prima l'intero articolo, così da avere un'idea dei perchè di tante soluzioni.
La prima cosa da fare (prima di tagliare!) è unire i fogli dove le dime si spezzano; questo è facilitato dalla presenza dei crocini a bordo pagina, che andranno allineati. Uniamo con dello scotch o con del biadesivo (stando attendi a non sbordare) o anche con della colla, basta che non inumidisca la carta e non crei spessore. Io uso del nastro biadesivo alto 5mm.

Quando avremo unito saldamente queste parti dobbiamo copiare le scritte di riferimento all'interno della dima, perchè tagliandola le perderemo, trovandoci poi in difficoltà ad attribuirle un verso e una posizione. Anche i segni di cucitura dei punti di attacco dei cordini andranno evidenziati e così pure i restanti trattini di riferimento.
Fatto questo possiamo incominciare ad eliminare parte della carta. Ritagliamo le dime lasciando circa 10mm di spazio bianco dopo la linea più esterna della singola forma.

Ora dobbiamo procurarci del cartoncino pesante, tipo bristol 300g/mq, ed una bomboletta di colla permanente spray. Usare della colla con diluenti favorisce il rapido asciugamento che evita alla carta di deformarsi ma crea molti problemi di "luogo" dove lavorare.
Non ve ne accorgete ma lo spray è molto volatile, per cui è facile sporcare involontariamente ciò che sta attorno; cercatevi quindi uno spazio aperto, un cortile, un garage, e attenzione ai vapori che dopo un po' diventano fastidiosi.
Spruzziamo un velo di colla sul foglio di cartoncino steso e velocemente disponiamoci sopra un po' di dime senza sovrapporle e cercando di ottimizzare lo spazio occupato. Una volta terminato bisogna lasciare asciugare un'oretta, senza sovrapporre i fogli.

Ora dobbiamo tagliare le nostre dime.
Seguite le linee più interne; non preoccupatevi di eliminare anche la parte che segna l'abbondanza, in quanto abbiamo bisogno di vedere sul tessuto il tracciato di cucitura preciso, che ci servirà anche all'allineamento delle superfici da cucire insieme. Dopo vedremo come ricreare questo margine.
Nella foto non è ancora stato fatto ma ovviamente vanno ritagliati anche i fori delle centine.
Tenetele ordinate, soprattutto procedendo con la tracciatura, eviterete scambi involontari e sbagli di dimensione.
Inoltre ricordate che tutte le dime tranne quelle del cassone centrale andranno usate due volte poichè riguardano una semiala, l'altra è simmetrica.
Considerate di capovolgere il lato della dima così avrete il segno di tracciatura sempre dalla stessa parte.
Passiamo ora alla parte riguardante il materiale e la tracciatura, vedremo come costruirci qualche attrezzino utile e vi rimando al successivo articolo.


In questa parte vediamo cosa occorre, dove procurarcelo e che costi dovremo affrontare. Inoltre cercherò di semplificare il lavoro con qualche attrezzino di banale costruzione, ma che ci semplificherà notevolmente il lavoro.
Termino con la tracciatura dei contorni delle dime sul tessuto e il successivo ritaglio. Ho cercato di alleggerire il più possibile il materiale usato per la vela, scoprendo questo bellissimo tessuto da 31g/mq usato per gli aquiloni da vento 0, l'Icarex.
L'Icarex non è facilissimo da trovare e costa il doppio del normale ripstop 45gmq. Dopo qualche ricerca con google ho trovato un bel negozietto di Bologna, che ha uno shop online con una vasta scelta di ripstop e icarex, moltissimi colori. Fatto l'ordine lunedì, giovedì avevo il materiale, ottimamente imballato e in perfette condizioni.
Ho acquistato per questo lavoro 2 x 1,40mt di Icarex 31g/mq, di colore bianco, poichè facilita la visione dei riferimenti che tracceremo e che devono essere visibili in trasparenza; la quantità dovrebbe essere molto abbondante. Il prezzo non è eccessivo, anzi, diciamo che con 20 euri è possibile cavarsela.
Ho comprato anche 1 mt di ripstop da 45g/mq, che userò per le centine. 5 euro al mt. 1 metro è abbondantissimo; tenete conto che 1mt di lunghezza è rispetto 1,40 c.ca di altezza.
Qui i riferimenti del negozio: giochivolanti.it

Servono anche un paio di bobine da 100mt di filo bianco molto resistente, consiglio Guterman, disponibile nelle buone mercerie. 2,50 euro cad.
Per le asole di fissaggio dei cordini alla vela dovrete trovare della fettuccia sintetica, alta al max 5mm e poco spessa. Ho risolto con dei lacci piatti da scarpa sportiva, con una maglia intrecciata, trovati da Decathlon, 4 stringhe da 1,5 mt cad. 2,50 euro x 2 conf.

Poi servono 2 penne biro tipo bic a punta larga di colore nero (attenti che non sbavino inchiostro), 1 euro; del nastro adesivo, un pezzetto/foglio di polietilene da 1mm, reperibile nei bricocenter, 2 euro, biadesivo permanente con dispenser della Pritt, per intenderci quello che assomiglia al correttore a nastro, 4,50 euro.

Dal foglio "piano funi" potete leggere la lunghezza totale del fascio, circa 45 mt di cordino. Va molto bene quello bianco degli aquiloni, meglio se dynema, l'importante è che sia filo intrecciato e non arrotolato, poichè il secondo si sfilaccia troppo e rende difficoltosi i nodi. Da Decathlon 4,50 euro 1 bobina.

Ho intenzione di aggiungere delle decalcomanie, scritte o logo, per cui mi sono procurato del nastro adesivo ripstop, usato per la riparazione delle vele. L'ho trovato di recupero dalle vele mai riparate che ho avuto per cui non so il costo, presumo sui 5 euro.

Nell'immagine vedete all'opera il primo attrezzino che ci sarà utile costruire; le due penne biro vanno unite insieme, alla stezza altezza, con del nastro adesivo, in modo che la traccia risulti doppia.
E' importante tenere sempre la perpendicolarità alla dima in modo che lo spazio risulti uguale e alla massima misura.
Seguite il bordo della dima con la pressione delle dita per non correre il rischio di spostarla.

Non sarà sempre facile imprimere la traccia in quanto il materiale non accetta molto l'inchiostro, dovrete prestare attenzione di creare sempre un riferimento per il taglio ma soprattutto per l'unione e la cucitura.
Questo è il modo per ricreare l'abbondanza per la cucitura avendo ritagliato le dime alla loro effettiva dimensione. Non dimenticatevi di numerare le parti tagliate e di appuntarvi i riferimenti nelle parti di abbondanza del tessuto, fuori dalla sagoma visibile.

Questo è un'altro oggetto molto utile, che si può realizzare facilmente con un foglio di polietilene spesso almeno 1mm. Servirà quando alcuni cordini verranno asolati con la macchina da cucire, la costruzione è intuitiva e non perdo tempo.

Finito di ritagliare tutta la veleria, bisogna ordinare i materiali.
Nella foto qui sotto si vedono i segni che mi serviranno per "riconoscere" il pezzo e la posizione, la freccetta indica la direzione dell'estremità (bandella), il numero indica la posizione e U sta per upper, vuol dire che è l'estradosso. Tutti gli appunti sono stati presi sulla parte posteriore del cassone.

Però prima di incominciare la parte dedicata all'assiemaggio dobbiamo compiere un'altra operazione.
Infatti le centine hanno l'abbondanza anche nella parte di apertura delle bocche, sarà da rimuovere e da rinforzare, così come il bordo d'attacco.
Per rinforzare i cassoni sul bordo d'attacco useremo l'abbondanza come orlo; il bordo d'attacco lo riconoscete facilmente dall'assenza di scritte, andrà piegato lasciando il segno di traccia all'interno, fissando la piega premendo leggermente col dorso dell'unghia (fotogramma 1), successivamente si applicherà un po' di biadesivo sull'abbondanza (fotogramma 2) e si faranno aderire le parti (fotogramma 3).
Vedremo nella prossima parte che sarà necessario rifinire con una cucitura.
Questa operazione non è da applicare sulle celle chiuse, la cui abbondanza occorrerà per unirla alla parte inferiore.

Una volta rimossa l'abbondanza (solamente per l'apertura delle bocche), applicheremo un rinforzo anche alle centine.
Per farlo userò del nastro ripstop per riparazioni, tagliando pezzetti uguali di circa 2cm di larghezza e aiutandomi con lo spessore del righello.
Anche a questi darò una "pre" piega a metà, dopodichè li applicherò a cavallo della centina facendo attenzione a rispettare il giusto bordo, senza aggiungere nulla.

Per ultimo prepareremo i pezzeti di fettuccia a cui legheremo il fascio, che vanno inseriti nella cucitura dell'intradosso.
Per tagliarli tutti uguali basta segnare dei riferimenti con il righello. Sono lunghi circa 4cm. Le estremità le ho scaldate con una fiamma per impedire la sfilacciatura.
Terminate queste operazioni, riporto ordine nelle parti della veleria perchè passiamo alla fase dell'assiemaggio e cucitura.


Per procedere con la cucitura è essenziale capire bene prima come fare, quando il tessuto viene cucito è difficile recuperare l'errore. Cercherò di essere più preciso possibile, se avete dubbi rileggete. Il metodo l'ho ricavato da qui: construire-sa-voile. Ci sono molte foto e anche se è in francese è perfettamente comprensibile.
Tuttavia alcune parti le ho cambiate, cercando di rendere più semplice maneggiare la vela durante la cucitura.

Innanzitutto eseguo una cucitura zig-zag sulle parti che comporranno le bocche della vela. Serve anche a conferirle una maggior rigidità e resistenza. Ricordate sempre che sono escluse da questa operazione le parti dei cassoni che formeranno celle chiuse.

La sequenza di cucitura sarà questa:

  1. Si parte dall'estradosso, meglio dalle centine centrali, più rettilinee e semplici, che vi serviranno per prendere confidenza con il lavoro. Prima una semiala poi l'altra, infine si uniscono al centro. Nel mio modo mi sono fermato alla cella 5, cucendo separatamente le rimanenti 4. Questo perchè le parti estreme sono le più complicate da cucire perchè più piccole e perchè le prime tre celle vanno chiuse.
  2. Successivamente si passa al fissaggio delle centine sulle parti di estradosso
  3. Poi si uniscono le parti di intradosso tenendo anche qui separati i primi 4 cassoni. Nelle parti di intradosso andranno anche cucite le fettucce che serviranno all'ancoraggio del fascio funicolare.
  4. Ora si procede al completamento/chiusura delle estremità e le si unisce con il resto della vela.
  5. Si continua nella cucitura delle centine sulla parte inferiore, terminando al cassone 11, il centro rimarrà aperto.
  6. Si piega la vela come indicato e si cuce l'ultimo cassone. dopodichè si rivolta la vela e il lavoro è finito.

Vediamo nei particolari:
1) I segni di penna dovranno rimanere all'internoe se avete girato la dima per disegnare il suo specchio vi troverete sempre in questa situazione, se non vi ci trovate, nessuna paura, rimarrà qualche segnetto esterno, poichè avete tracciato le due parti tenendo la dima sempre dalla stessa parte, assicuratevi di non aver preso la parte speculare dell'altra semiala.
Se volete prendere piano piano confidenza, costruitevi con le rimanenenze dei pezzi da usare come esercizio. La difficoltà maggiore si avrà nelle estremità, dove la curvatura è molto accentuata. In quei punti ci aiuteremo con del biadesivo. Nella sequenza vedete l'unione di due parti di una semiala superiore.

Mi sono aiutato con del biadesivo sulla parte di inizio.

2) Ora si passa alle centine. Questa parte è abbastanza delicata, soprattutto nella cucitura del naso che richiede una curvatura molto accentuata
Anche in questo caso risulta molto utile fissare prima le due parti.

La cucitura è rifinita con una passata di zig-zag, utile anche per l'irrigidimento del profilo.
Passiamo alla sequenza che illustra i particolari della cucitura dell'intradosso, nel quale andranno man mano inserite le fettucce per l'attacco del fascio.

Alla fine di questa operazione siamo al punto di avere l'estradosso con tutte le centine, l'intradosso in due parti centrali e due estremi di 4 cassoni ciascuno, intradosso più estradosso.
Proseguo unendo le due parti di estradosso e intradosso delle due estremità.
Per il primo cassone andranno cucite a rovescio le due parti, comprendendo anche il bordo di attacco e in seguito rovesciato per riuscire ad appilcare la centina. E' abbastanza difficoltosa come cucitura, trovate un modo per fissare bene le parti e se necessario imbastite a mano.

Finiti i cassoni chiusi, si deve cucire l'estremità dell'estradosso con il resto della vela e così pure la sua centina corrispondente che non potevate fissare prima. Stessa operazione per l'altra estremità.
Proseguite nell'unione delle centine con l'intradosso.

Dovremmo avere chiuso tutta l'ala tranne il cassone centrale, per chiuderlo è necessario procedere così:
Ribaltare l'ala con l'intradosso verso il basso e arrotolare stretto le due semiali verso il centro.
Abbiamo creato un fuso con le parti da chiudere comodamente all'esterno, cucitelo e ricordatevi di aggiungere le fettucce dei cordini visto che stiamo cucendo l'intradosso.
Finita questa cucitura dobbiamo cautamente estrarre la vela arrotolata dalla bocca centrale. Et voilà vela chiusa.

Rimane da chiudere il bordo di uscita. Se siete stati precisi non avrete grandi discrepanze tra i segni sulle due parti, 3-4 mm sono tollerabili. Prima di procedere alla cucitura stendere bene la vela appiattendola il più possibile.
Durante la cucitura tenere sempre i riferimenti precisi tra cassone superiore e inferiore.
Basta una linea di chiusura, dopodichè applichiamo una fettuccia di orlo che andrà fissata ulteriormente con una cucitura a zig-zag.
Sopra di questa applichiamo le fettucce a cui fisseremo il fascio dei freni.

La parte della veleria è conclusa. E' il momento di passare al fascio funicolare.


Questa fase è abbastanza semplice anche se un po' monotona. La precisione è di grande importanza, poichè sarà il fascio funicolare a dare la forma alla nostra vela in volo. Ci procureremo un pennarello (marker) indelebile a punta fine e un righello, possibilmente di metallo.
Dobbiamo tenere sottomano il foglio di Surfplan con le misure delle discese di cordini, non ha importanza da che parte si incomincerà, basta che comunque si proceda con l'ordine delle discese o raggruppamenti.
Per il primo settore ho usato del nylon da aquilone leggero; quì sotto al sequenza del nodo e del fissaggio all'asola sulla vela.
Finita questa operazione, per tutte le asole distribuite sulla superficie di intradosso, ad esclusione delle linee D (freni), dobbiamo raggrupparli alla giusta misura.
Seguendo quanto indicato dal piano di Surfplan, misuriamo uno per uno i cordini fissati, partendo a contatto con l'intradosso.
Sporchiamo leggermente con il pennarello il punto di misura e in quel punto facciamo un nodino semplice.

A seconda di quante linee abbiamo scelto per raggruppare il secondo tratto, dovremo effettuare le legature dei cordini del primo tratto all'interno del cordino che proseguirà la discesa.
Per quest'ultimo ho scelto di usare del nylon intrecciato, sempre per aquiloni ma più robusto e spesso (1 mm).
Sotto è illustrata la modalità per annodare sull'asola del secondo tratto.
Lo stesso tipo di nodo e di procedimento andrà seguito per la terza discesa. Ricordate che l'ultima corrisponde alla misura delle bretelle.
Per le discese dei freni ho stabilito dei raggruppamenti e delle lunghezze differenti.
Siccome non è tra le features di Surfplan, ho dovuto copiare il file originale in uno "_freni", al quale ho applicato le modifiche sopradescritte prima di stamparlo nuovamente. Di quest'ultimo tralasciate ovviamente le parti delle A, B, C per le quali valgono le misure del primo foglio.
I nodi causano molti problemi di "annodamento" involontario, andranno perciò ridotti al minimo e senza la scaldatura che peggiorerebbe l'effetto "impiglio".
In un prossimo modello cercherò di sostituire i nodi con delle efficaci cuciture che limitano molto tutti questi problemi ma diventano molto impegnative dato il numero di cordini da cucire.

Ora bisogna costruire le due bretelle, quelle che la tabella funi di surfplan indica come ultima discesa.
E' abbastanza difficile trovare del cinghietto di nylon resistente, così ho pensato di utilizzare quello che serve ad appendere al collo le chiavi, nei magazzini si trova a 50 centesimi. Prendetene qualcuno, vi occorrerà anche per il resto del cinghiaggio.
Conservate anche gli anellini che serviranno poi per il passaggio dei freni.
Possono essere molto utili le tracolle delle vecchie macchinette fotografiche o similari, anche perchè hanno già incluso le fibbiette su misura per accorciare o allungare la cinghia; tornerà molto utile un minimo di regolazione sull'imbrago.

Come si vede nelle foto, ho utilizzato dei gancetti per piccoli quadri per recuperare gli anelli che servono a fissare il fascio funicolare.
Per ultimo con un pezzetto di stringa piatta ho fatto la fibbia con l'anello guida per il freno.

Nella parte finale mi occuperò di realizzare l'imbrago e il pupazzo-pilota, su cui andranno montati i due servocomandi per il movimento delle braccia.


Non sarebbe necessario costruire l'imbrago e il pilota, basta molto meno, ma ormai ci ho preso gusto. Questa parte è tutta di fantasia. Non ci sono tutorial che spiegano come fare, è stato necessario copiare gli attrezzi originali e tentare di dargli una scala.
Il pilota avrà un'altezza di circa 30cm (una barbie cresciuta un po') e al posto delle braccia andranno alloggiati i due servocomandi.
Date le dimensioni notevoli della vela anche il pilota dovrà avere un peso sufficiente a dare velocità alla vela. Se tutto funziona con un certo senso di proporzionalità il pilota potrà pesare fino a 12Kg.... ma sinceramente penso che siano veramente troppi.
Ho deciso che il mio peserà circa 1Kg e nell'imbrago cercherò di creare degli spazi dove poter alloggiare dei pesi correttivi.

Per la selletta ho usato del tessuto recuperato da una vecchia sacca in cordura, simile a quella delle sellette vere.
Notate le fibbiette di cui parlavo nell'articolo precedente. Inoltre ho aggiunto degli ancoraggi per il pilotino, poichè anche se peserà mezzo chilo, il peso reale verrà dalla selletta che se non ancorata al pilota rischia di staccarsi dal pilota quando la forza di trazione del freno supera quella del peso del pilota,... e non è difficile.
Ho previsto anche una cerniera zip posteriore per poter comodamente alloggiare il ricevitore, il pacco di 4 batterie stilo e gli eventuali pesi aggiuntivi.

Per realizzare il busto del pilota ho usato della schiuma da imballaggio, quella molto rigida che si usa nell'imballaggio di computer al posto del polistirolo; dalla foto se ne intravede un pezzo.
Ho sagomato con un cutter l'alloggiamento dei due servi, fissando tutto con del nastro nero da elettricista.
Tra i due servi dovrò realizzare una staffa in alluminio che irrigidisca la struttura sotto sforzo, e mi servirà anche per il fissaggio della testa.
I cavetti dei servi usciranno dietro il collo, infilandosi direttamente dalla sommità della selletta per venire collegati facilmente al ricevitore posto nella parte sommitale, per facilitare la fuoriuscita dell'antenna.

Per il bacino e le gambe mi occorreva del peso, per cui ho pensato di utilizzare una cavigliera da ginnastica, imbottita di trucioli di piombo.
Tagliata una sommità l'ho svuotata in un recipiente, dopodichè l'ho cucita per quasi tutta la lunghezza con una doppia cucitura, separando tra le due con un taglio, creando le gambe.
La parte del bacino l'ho riempita a metà, così da lasciare lo spazio per innestare il busto.
Ho fissato tutto con dell'ottimo nastro telato.
Ho fatto delle cuciture in prossimità delle ginocchia e dell'inguine per facilitare la posizione nella selletta.